LUTTO NELLE CRONOSCALATE
E' scomparso Mauro Nesti "il Re delle Montagne"
Il pluricampione delle cronoscalate è deceduto stanotte all’età di 78 anni nella sua casa di Bardalone (Pt) a causa di una terribile malattia.
Mauro Nesti, vincitore nel 1982, allineato sui nastri di partenza con la sua Lola
Presago della fine, il Campionissimo toscano aveva espresso la volontà di far arrivare ai suoi tifosi ed amici il suo saluto.
“Se leggete queste righe vuol dire che ho perso la gara più impegnativa della mia vita. Voglio salutare tutti i miei tifosi e gli amici ringraziandoli per l'affetto che mi hanno sempre dimostrato”.
Osservatoriooggi.it vuole ricordare il Re delle Montagne con uno stralcio del libro 50 Volte Fasano Selva - Storia di una leggenda sportiva (di Zino Mastro, Faso Editrice, 2007).
Nesti, quattro Coppe silvane nella sua sterminata bacheca
Otto titoli europei, diciassette italiani: la leggenda sportiva di Mauro Nesti, nato in Toscana a San Marcello Pistoiese, è tutta in questi numeri.
Per decenni il “Re delle montagne” ha calcato la scena delle cronoscalate a suon di record, cogliendo vittorie esaltanti e sempre con la certezza di essere il migliore, concedendo poco o nulla agli avversari. «Ho la passione per le gare da quando iniziai a poppare al seno materno» dice scherzando SuperMauro, che iniziò a correre ad appena 17 anni con le moto. Poi, presa la patente auto, subito la grande avventura con le quattro ruote, iniziando con una Barchetta 1000, per arrivare poi alla Ams, alla Chevron e alla March Bmw, potendo sempre contare sulla sponsorizzazione della Cebora.
Nesti ha iscritto il suo nome nell'albo d'oro della Fasano-Selva per ben quattro volte (nel 1978 e poi per tre anni consecutivi, dal 1980 al 1982). Nel 1986 fu protagonista di una clamorosa uscita di strada alla Cesaretta, che incrinò il rapporto del campione toscano con gli organizzatori fasanesi. Ritornato nel 1989, fu beffato per soli 15 centesimi di secondo dal cosentino Tonino Ritacca. «Meglio non parlare di quella gara – racconta oggi –: sono sicuro che qualcuno giocò sporco...». Non lo dice chiaramente, ma in lui sin dal primo momento s'insinuò l'idea che qualcuno, per danneggiarlo, al momento del suo passaggio avesse accorciato le distanze fra le pile di gomme che formavano una chicane, costringendolo a un rallentamento forzato che gli fece perdere secondi preziosi. «Di Fasano – spiega il fuoriclasse del volante – preferisco ricordare la bella accoglienza riservatami dai titolari del ristorante “Il Fagiano”, alla Selva, e l'amicizia dimostratami da Oronzo Pezzolla, da Bebè Colucci e soprattutto dal barese Vito Radicci». La gara fasanese Nesti proprio non è riuscito ad amarla: «È una salita che ho sempre fatto col pelo sullo stomaco – ammette il campionissimo –: non aveva tutti i requisiti per la sicurezza e non era un percorso molto tecnico, facendo toccare elevate velocità di punta. Ma il problema più serio è che alcuni organizzatori dell'Azienda di Turismo non erano il massimo della competenza. Nell'86, per esempio, mi trovai di fronte un direttore di gara che non era assolutamente all'altezza del compito affidatogli».
di Gianni Mastro
13/11/2013 alle 16:53:38
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